Il mio peregrinare alla ricerca di nuovi templi del gusto mi
ha portato in un posto davvero speciale che mi piacerebbe raccontarvi.
Si tratta del Porto Fluviale, un nuovo e moderno locale inaugurato
lo scorso dicembre con grande clamore in zona Ostiense ed indovinate dove? Ovviamente
in via del Porto Fluviale, quindi almeno questa volta non c’è pericolo di
perdersi o di dimenticare l’indirizzo.
I suoi ambienti di quasi 1000 mq non passano inosservati, se
vedete un edificio arancione, più simile ad un capannone di Cinecittà che ad un
ristorante, caratterizzato da una folla di giovani e meno giovani che vi si
riuniscono all’entrate, beh allora siete arrivati nel posto giusto.
Per chi non conosce questa zona di Roma (Ostiense), premetto
che si tratta di un’area in forte sviluppo, che sorge a ridosso delle Mura
Aureliane e che costeggia il Tevere. Questo municipio di Roma prende il nome
dalla celebre via Ostiense, una delle principali strade consolari romane che
conduceva fino ad Ostia, dove a quel tempo sorgevano rispettivamente il porto e
le saline. Dopo la costruzione dell’immenso ed eccezionale Eataly (di cui mi
prometto di parlarvi a breve), l’intera area mira a divenire un centro di
aggregazione trendy ed alla moda soprattutto tra i giovani romani, che sono
sempre alla ricerca di posti nuovi e di locali di svago e divertimento.
Il Porto Fluviale ha decisamente dato una svolta all’intera
area, innovando il panorama gastronomico romano con un locale decisamente
originale e di grande personalità sotto ogni punto di vista, finalmente
qualcosa di nuovo nella città eterna.
Davvero ammirevole la ristrutturazione di questo ex capannone
industriale, ideato dallo studio Laurenzi Consulting e progettato dell’architetto
Roberto Liorni (ormai celebre nella progettazione di locali del settore ed
autore di splendide creazioni architettoniche quali “Gusto” e “Momò republic”)
che si è ispirato nella sua visione ad un mercato spagnolo e che, con sapiente
utilizzo dei materiali (ceramica, marmo, legno) e luci ha reinterpretato la
struttura creando spazi davvero inconsueti nel panorama romano.
Quello che colpisce di questo immenso centro di gusto è
l’offerta gastronomica che spazia davvero dal dolce al salato, dalla pizza alle
carni alla brace, insomma ce n’è davvero per tutti i gusti. L’idea che è alla
base di questo spazio gastronomico è, infatti, quella di creare un luogo perfetto
per ogni occasione e per ogni momento della giornata dalla colazione, al
pranzo, al thè pomeridiano, alla cena. L’enorme complesso è diviso in diverse zone:
il Banco, dove poter degustare da soli o in compagnia ogni genere di cocktail,
aperitivo o anche la speciale birra FluviAle, appositamente creata ad hoc dall’inimitabile birrificio
artigianale del Borgo (ottima, fresca e dal sapore unico) e dove gustare degli
ottimi cicchetti (spuntini preparati dalla cucina); il salotto un luogo che
viene definito “spazio ludico e cucina conviviale”, dinamico ed elastico, è un
luogo jolly per ogni tipo di evento dove vengono organizzate spesso
interessanti manifestazioni, vere attrazioni per gli amanti del gourmet; e
ovviamente non poteva mancare la trattoria, dove assaggiare le specialità del
territorio, cucina romana e mediterranea, talvolta rivisitata, sempre però con l’utilizzo
di prodotti freschissimi e rigorosamente del territorio, con un occhio anche al
prezzo vista la possibilità per gli ospiti di poter scegliere il tipo di porzione
(normale, mezza o cicchetto) preferita; infine, la pizzeria dove poter gustare questa
specialità, nel rispetto della tradizione ovviamente cotta nel forno a legna, che si può
scegliere, in base ai propri gusti, del tipo preferito (pizza napoletana o
pizza romana) sempre e comunque ottenute dalla macina di ottime farine lavorate
a lenta lievitazione naturale.
Io, nell’occasione, ho optato per la pizzeria (ma mi riservo di ritornarci per provare la
trattoria) dove ho potuto assaggiare un’ottima pizza con provola affumicata e
speck e devo dire che non sono rimasto deluso; per antipasto consiglio gli
sfizi tra cui i supplì, discreti; il tutto accompagnato da un’ottima birra
FluviAle di cui vi parlavo sopra. Una piccola parentesi concedetemela, per i
miei più vivi e sinceri complimenti al servizio che nonostante la folla è stato impeccabile: mai mi è accaduto di vedere un cameriere ricordare senza
appunti dagli antipasti al dolce senza sbagliare un colpo, chapeau!
Curiosa e anche per questo originale l’idea dell’acqua a Km
0 portata in tavola in bottiglie dal sapore antico, che ricordano la forma delle
bottiglie del latte degli anni ’50, davvero curiose e ormai una tipica
caratteristica del locale.
In fin dei conti il motto di questo locale così recita “l’imbarazzo
è nella scelta” e davvero qui di scelte bisogna farne tante, cosa mangiare? Che
porzione si desidera? Che zona dell’immensa struttura provare? Quello che è
certo è che sicuramente qualsiasi scelta farete non ho dubbi che rimarrete
soddisfatti, come lo sono rimasto io.
Prima di salutarvi vi consiglio di aggiornarvi sugli eventi,
anche questi singolari e mai banali, organizzati dal Porto Fluviale, solo per
citarne alcuni: la sfida enogastronomica guancia a guancia (dove l’ospite
diventa recensore e critico gastronomico) oppure lo strano ed inconsueto
accoppiamento tra baccalà e champagne (ovviamente Moet&Chandon), ahimè
entrambi già trascorsi. Siete ancora in tempo, invece, per un altro imperdibile
evento, domani 9 maggio infatti è prevista la serata “Racconti Tripolini”, un
viaggio alla scoperta del Nord Africa ebraico con tante specialità uniche ed
introvabili (incuriosisce ad esempio il Tbeha Bel Selk, uno stracotto con salsa
nera segreta) con la partecipazione dell’imprenditore ebreo di origine libica
Hamos Guetta come ospite d’onore.
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Buongiorno,
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