mercoledì 22 maggio 2013

Le ricette di una vincente: Tiziana Stefanelli.



Avvocato in cucina

Ieri presso la libreria Feltrinelli nella Galleria Alberto Sordi nel centro di Roma si è tenuta la presentazione di un libro davvero interessante.
Si tratta del libro “Avvocato in cucina” e l’autrice è Tiziana Stefanelli, nota al grande pubblico per aver vinto l’avvincente sfida culinaria Masterchef Italia.
L’autrice, in questa occasione, ha raccontato molto di sé e della sua vita, di come sia nata in lei questa passione, dei suoi sogni e delle sue prospettive future.


Solo grazie alle sue parole, infatti, si è potuto comprendere il sottotitolo del suo libro “le ricette di una avventuriera del gusto”; vi chiederete cosa accomuna uno chef ed un avventuriero, ed in realtà, anche se apparentemente non sembra esserci nulla in comune, questi termini trovano un comune denominatore in Tiziana Stefanelli: lei, infatti, pur essendo una brillante cuoca al tempo stesso sa avventurarsi in arditi accostamenti ed impensabili legami gastronomici dal sapore incredibile.
Nei suoi viaggi in tutto il mondo non può evitare di andare per mercatini a scovare nuovi sapori, spezie, sali, anche sconosciuti che ama utilizzare nelle sue ricette per creare innovazione gastronomica.
La passione che dimostra verso la cucina l’autrice la fa derivare anche dalla genetica, è certa, infatti, che ogni personaggio della sua famiglia abbia avuto un’influenza decisiva sulla sua passione culinaria: in particolare la Nonna Nella, di origini calabresi che le insegnava i segreti di questa nobile arte o ancora il padre di origine pugliese, il quale amava il pesce e con cui andava a caccia di ricci di mare sugli scogli, prede da gustare al momento, fresche rigorosamente crude. Ma l’Italia Tiziana Stefanelli l’ha riunita davvero tutta sposando un marito di origini siculo-venete, è forse per questo straordinario ed imprevedibile mix interregionale che le ricette del libro prendono spunto da ogni dove, da ogni angolo d’Italia, da ogni luogo dove vi sia gusto.
Ma non si limita all’Italia, la Stefanelli ne oltrepassa i confini; è il caso dell’influenza della cucina indiana, paese in cui la nostra Chef ha abitato e dove tanto – a suo dire – ha appreso, ad esempio sull’uso delle spezie o ancora su come cuocere tandoori.
















L’autrice commuove ricordando di quando ancora bambina cuoceva bucce di patate in un pentolino riscaldato da una candela, ne è passato di tempo e nel frattempo Tiziana è diventata non  solo un avvocato di successo, ma è anche riuscita, non senza sacrifici (basti pensare che è stata 4 mesi circa lontano da casa) a vincere una sfida avvincente vincendo la seconda edizione del popolare programma televisivo Masterchef.
Ma come ha fatto ha diventare quello che è diventata? Il suo segreto è il fatto che studia tanto, legge molti libri di chef stellati e cuochi professionisti, dai quali ha imparato le tecniche e gli accostamenti, pur non avendo mai osato imitare alcuna pietanza ma seguendo sempre il suo intuito e la sua creatività.
Il suo segreto per arricchire ogni piatto? La risposta è stata davvero inaspettata: gli agrumi, che danno quel tocco in più, infatti a casa sua non mancano mai cedri, bergamotti e mandarini orientali.
Nel libro troverete tante ricette create e ideate dall’avvocato-chef, con tutti i segreti e le tecniche utilizzate, tra cui, solo per citarne alcune: gli gnocchi di castagne con ragù di agnello, fonduta di pecorino, miele di corbezzolo, cannella e salsa al vino rosso o ancora un appetitoso petto d’anatra al caffè e mandarinetto.

 Se volete provare a cimentarvi anche voi con queste ricette e sfidare la chef troverete il libro in tutte le librerie.
Lascia riflettere una considerazione che è venuta fuori verso la fine della presentazione del libro: guardando queste competizioni culinarie, si pensi a Masterchef, tutti si fanno critici gastronomici ed esprimono giudizi su piatti mai assaggiati, né gustati, né odorati, ma allora qual è il segreto per fare televisione sulla cosa meno televisiva del mondo, il sapore?Chissà.
Vi lascio, invece, con la simpatica domanda della figlia dell’autrice di soli otto anni, Matilde, la quale con l’ingenuità che solo una bambina può avere era impaziente di fare una domanda, che ha lasciato tutti divertiti: mamma, ma perché Cracco, che è così buono, tutti dicono che è cattivo?
Avete una risposta a queste domande? Seguitemi su twitter @blogallacoque
   

Nessun commento:

Posta un commento